Il Veneto porta l'olio ad Assisi E anche i laici invocano il Santo (05.10.2008 - il Corriere del Veneto, pag. 5) Sacconi, Galan, Cacciari guidano la delegazione nella Basilica
ASSISI — Tu chiamale, se vuoi, devozioni. Il Veneto, che fu sacrestia d'Italia, torna dopo vent'anni a offrire il suo olio per la lampada votiva di San Francesco e a rappresentarlo in prima fila, durante la cerimonia nella Basilica di Assisi, ci sono tre campioni del pensiero laico: Maurizio Sacconi, Giancarlo Galan, Massimo Cacciari. Un ministro cresciuto nella tradizione socialista, un presidente di Regione che affonda le radici nella cultura liberale (e anche, nel suo caso, vagamente anticlericale), un sindaco che è stato comunista e che più volte si è annoverato tra coloro che «credono di non credere».
Ciò non di meno, ieri Galan ha portato in chiesa la caraffa in vetro di Murano che conteneva l'olio veneto, destinato ad alimentare la lampada che arde perennemente vicino alla tomba del santo patrono d'Italia. E Cacciari, in rappresentanza dei Comuni d'Italia, ha riacceso il lume francescano nella Basilica, rivolgendo poi al Poverello «una preghiera profondamente religiosa e insieme profondamente laica» per invocare il suo «sguardo benevolo» sul Veneto e su tutta l'Italia. Mentre Sacconi, ministro veneto in rappresentanza del governo italiano, ha tratto ispirazione dall'atmosfera di Assisi per pronunciare queste parole, riferite alla stretta attualità economica: «La crisi finanziaria di questi giorni, che sta sconvolgendo consolidati equilibri - ha osservato il ministro del Welfare - , non può non divenire l'occasione per un forte richiamo a una gerarchia di valori fondati sulla persona, sulla fratellanza, sulla carità».
È stato un 4 ottobre speciale per il Veneto. Alunni e studenti hanno avuto un giorno di vacanza da scuola, tremila pellegrini hanno raggiunto Assisi al seguito dell'olio, il Patriarca di Venezia Angelo Scola ha presieduto la celebrazione in Basilica, concelebrando la messa con i nove vescovi della regione, davanti ai sette presidenti di Provincia, a 110 sindaci in fascia tricolore, al governatore Galan affiancato dall'assessore al-l'Istruzione, Elena Donazzan, e dal consigliere regionale Marco Zabotti, entrambi ferventi cattolici. Nella sua omelia, il cardinale veneziano si è rivolto all'assemblea con queste parole: «L'Italia ha sete dello stile di vita che fu di Francesco. Tocca a noi praticarlo, a cominciare da chi tra noi è chiamato a pubblica responsabilità nella Chiesa e nella società». E ancora, richiamando lo scopo del pellegrinaggio: «L'accensione della lampada e l'insieme dei gesti che la stanno accompagnando sono un fatto corale, religioso e civile che vuol porre con forza un segno di solidità nel travaglio provocato dalle rapide trasformazioni in atto anche nella nostra Italia. La lampada ha aggiunto il Patriarca - che arde presso la tomba del Poverello, grazie al dono dell'olio, sarà come una preghiera continua. Anche la preghiera inconsapevole di chi si ritiene incapace di credere».
Al termine della liturgia, Galan ha pronunciato il suo discorso all'interno della Basilica, richiamando il legame storico tra il Veneto e il santo di Assisi: «Venezia è città francescana - ha detto il presidente della Regione - . Nel corso della vita terrena di Francesco, la laguna veneziana, più precisamente una piccolissima isola della laguna, dette ospitalità al santo in viaggio tra l'Italia e l'Oriente. E quell'isola divenne San Francesco del Deserto. Per non dire delle due grandi e straordinarie chiese veneziane, San Francesco della Vigna e la Basilica dei Frari. Di qui - ha concluso Galan - il senso profondo della vicinanza spirituale, storica, artistica, tra Assisi e Venezia, tra Francesco e il Veneto, che oggi si trova raccolto in meditazione e preghiera accanto alla lampada eterna». Presidente, sindaco e ministro compresi.
Ciò non di meno, ieri Galan ha portato in chiesa la caraffa in vetro di Murano che conteneva l'olio veneto, destinato ad alimentare la lampada che arde perennemente vicino alla tomba del santo patrono d'Italia. E Cacciari, in rappresentanza dei Comuni d'Italia, ha riacceso il lume francescano nella Basilica, rivolgendo poi al Poverello «una preghiera profondamente religiosa e insieme profondamente laica» per invocare il suo «sguardo benevolo» sul Veneto e su tutta l'Italia. Mentre Sacconi, ministro veneto in rappresentanza del governo italiano, ha tratto ispirazione dall'atmosfera di Assisi per pronunciare queste parole, riferite alla stretta attualità economica: «La crisi finanziaria di questi giorni, che sta sconvolgendo consolidati equilibri - ha osservato il ministro del Welfare - , non può non divenire l'occasione per un forte richiamo a una gerarchia di valori fondati sulla persona, sulla fratellanza, sulla carità».
È stato un 4 ottobre speciale per il Veneto. Alunni e studenti hanno avuto un giorno di vacanza da scuola, tremila pellegrini hanno raggiunto Assisi al seguito dell'olio, il Patriarca di Venezia Angelo Scola ha presieduto la celebrazione in Basilica, concelebrando la messa con i nove vescovi della regione, davanti ai sette presidenti di Provincia, a 110 sindaci in fascia tricolore, al governatore Galan affiancato dall'assessore al-l'Istruzione, Elena Donazzan, e dal consigliere regionale Marco Zabotti, entrambi ferventi cattolici. Nella sua omelia, il cardinale veneziano si è rivolto all'assemblea con queste parole: «L'Italia ha sete dello stile di vita che fu di Francesco. Tocca a noi praticarlo, a cominciare da chi tra noi è chiamato a pubblica responsabilità nella Chiesa e nella società». E ancora, richiamando lo scopo del pellegrinaggio: «L'accensione della lampada e l'insieme dei gesti che la stanno accompagnando sono un fatto corale, religioso e civile che vuol porre con forza un segno di solidità nel travaglio provocato dalle rapide trasformazioni in atto anche nella nostra Italia. La lampada ha aggiunto il Patriarca - che arde presso la tomba del Poverello, grazie al dono dell'olio, sarà come una preghiera continua. Anche la preghiera inconsapevole di chi si ritiene incapace di credere».
Al termine della liturgia, Galan ha pronunciato il suo discorso all'interno della Basilica, richiamando il legame storico tra il Veneto e il santo di Assisi: «Venezia è città francescana - ha detto il presidente della Regione - . Nel corso della vita terrena di Francesco, la laguna veneziana, più precisamente una piccolissima isola della laguna, dette ospitalità al santo in viaggio tra l'Italia e l'Oriente. E quell'isola divenne San Francesco del Deserto. Per non dire delle due grandi e straordinarie chiese veneziane, San Francesco della Vigna e la Basilica dei Frari. Di qui - ha concluso Galan - il senso profondo della vicinanza spirituale, storica, artistica, tra Assisi e Venezia, tra Francesco e il Veneto, che oggi si trova raccolto in meditazione e preghiera accanto alla lampada eterna». Presidente, sindaco e ministro compresi.
Alessandro Zuin
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