VENETO OFFRE OLIO PER LAMPADA DI S.FRANCESCO PATRONO D’ITALIA: PRESIDENTE GALAN
Comunicato stampa n° 1612 del 04/10/2008
(AVN) – Assisi, 4 ottobre 2008
L’analogia tra le origini di Venezia e quelle del Francescanesimo è stato il tema centrale del discorso del Presidente della Regione Giancarlo Galan al termine della cerimonia durante la quale ha offerto simbolicamente a nome dell’intera nazione l’olio del Veneto per la lampada votiva che arde ad Assisi presso la tomba di S. Francesco, patrono d’Italia.
“Prima che Venezia diventasse lo straordinario abbellimento architettonico, artistico, urbanistico che da oltre un millennio ne fa meraviglia che stupisce il mondo – ha detto Galan davanti alle autorità civili e religiose presenti- Venezia è stata palude, è stata fango, è stata paesaggio negato agli uomini perché spazio marginale, acquitrinoso, selvatico. E’ in un luogo molto fragile, molto debole, molto esposto ad ogni genere di pericoli, molto povero, quindi che i primissimi veneziani immaginano, sognano di poter costruire una città fantastica, una specie di utopia realizzata, un miracolo. In uno spazio segnato dalle foci dei fiumi, da piene rovinose, da mareggiate e alluvioni devastanti, sempre in un instabile equilibrio tra terre e acque, che vanno a rifugiarsi coloro che sapranno costruire una splendida città, una città che diverrà dominante nel mondo”.
Dopo aver ricordato le parole di Cassiodoro, storico e intellettuale della tarda romanità, che fu uno tra i primi osservatori del povero e desolato paesaggio lagunare, costruito sul niente, Galan ha aggiunto: “E chi altri, se non Francesco d’Assisi - il Santo che predicava agli uccelli - fu capace di costruire dal niente, dalla più assoluta povertà, dalle più umilianti ingiurie e avversità, dalla più fragile e debole comunità di fratelli e sorelle, una così grande e immortale energia spirituale, in grado di offrirsi quale sostegno indistruttibile alla Chiesa e all’Umanità?”.
“La grandiosità del progetto francescano – ha detto il presidente veneto - rende trasparente la santità originaria dei primi passi compiuti da Francesco e dai suoi compagni, ed è un genere di santità che scelse di professare fin da subito anche Venezia, che si affidò all’Evangelista Marco, e che nel farsi Città, nel costruirsi dal nulla come Città, seppe essere Città francescana. Già nel corso della vita terrena di Francesco la laguna veneziana, più precisamente una piccolissima isola della laguna, dette ospitalità al Santo in viaggio tra l’Italia e l’Oriente. E quell’isola divenne San Francesco del Deserto, che assieme a due grandi e straordinarie Chiese veneziane, San Francesco della Vigna e la Basilica dei Frari, fanno di Venezia una città francescana”.
“Di qui – ha concluso Galan - il senso profondo della vicinanza spirituale, storica, artistica, tra Assisi e Venezia, tra Francesco e il Veneto, che oggi si trova raccolto in meditazione e preghiera accanto alla lampada eterna.”
Ufficio Stampa Regione Veneto
.
“Prima che Venezia diventasse lo straordinario abbellimento architettonico, artistico, urbanistico che da oltre un millennio ne fa meraviglia che stupisce il mondo – ha detto Galan davanti alle autorità civili e religiose presenti- Venezia è stata palude, è stata fango, è stata paesaggio negato agli uomini perché spazio marginale, acquitrinoso, selvatico. E’ in un luogo molto fragile, molto debole, molto esposto ad ogni genere di pericoli, molto povero, quindi che i primissimi veneziani immaginano, sognano di poter costruire una città fantastica, una specie di utopia realizzata, un miracolo. In uno spazio segnato dalle foci dei fiumi, da piene rovinose, da mareggiate e alluvioni devastanti, sempre in un instabile equilibrio tra terre e acque, che vanno a rifugiarsi coloro che sapranno costruire una splendida città, una città che diverrà dominante nel mondo”.
Dopo aver ricordato le parole di Cassiodoro, storico e intellettuale della tarda romanità, che fu uno tra i primi osservatori del povero e desolato paesaggio lagunare, costruito sul niente, Galan ha aggiunto: “E chi altri, se non Francesco d’Assisi - il Santo che predicava agli uccelli - fu capace di costruire dal niente, dalla più assoluta povertà, dalle più umilianti ingiurie e avversità, dalla più fragile e debole comunità di fratelli e sorelle, una così grande e immortale energia spirituale, in grado di offrirsi quale sostegno indistruttibile alla Chiesa e all’Umanità?”.
“La grandiosità del progetto francescano – ha detto il presidente veneto - rende trasparente la santità originaria dei primi passi compiuti da Francesco e dai suoi compagni, ed è un genere di santità che scelse di professare fin da subito anche Venezia, che si affidò all’Evangelista Marco, e che nel farsi Città, nel costruirsi dal nulla come Città, seppe essere Città francescana. Già nel corso della vita terrena di Francesco la laguna veneziana, più precisamente una piccolissima isola della laguna, dette ospitalità al Santo in viaggio tra l’Italia e l’Oriente. E quell’isola divenne San Francesco del Deserto, che assieme a due grandi e straordinarie Chiese veneziane, San Francesco della Vigna e la Basilica dei Frari, fanno di Venezia una città francescana”.
“Di qui – ha concluso Galan - il senso profondo della vicinanza spirituale, storica, artistica, tra Assisi e Venezia, tra Francesco e il Veneto, che oggi si trova raccolto in meditazione e preghiera accanto alla lampada eterna.”
Ufficio Stampa Regione Veneto
.
Nessun commento:
Posta un commento