Venezia rende omaggio a San Francesco
Il Gazzettino, Veneto e Friuli, 05 ottobre 2008
Assisi - Vogliamo guardare a San Francesco come al nostro padre e maestro: l'Italia ha sete dello stile di vita che fu suo. Tocca a noi praticarlo, a cominciare da chi è chiamato a pubblica responsabilità in seno alla Chiesa e alla società civile.
Queste le parole più significative pronunciate, ieri, dal patriarca Angelo Scola nella Basilica superiore di Assisi alla messa solenne per la festività del patrono d'Italia.
Ricorrenza che quest'anno ha coinvolto in modo particolare il Veneto cui è toccato l'onore di riaccendere la lampada votiva che arde sulla tomba del Poverello a nome della Nazione.
Tremila i fedeli pellegrini giunti dalla nostra regione, 54 da Venezia, insieme al Governatore Galan, ai 7 presidenti delle Province e ai 110 sindaci con in testa Massimo Cacciari che in apertura ha compiuto il gesto pubblico del dono dell'olio. Rivolgiamo a San Francesco una preghiera religiosa ma anche laica perché ci sia sempre la volontà di dialogare per il bene comune, la solidarietà ai deboli e la pace fatta di giustizia e amore gratuito ha spiegato il primo cittadino, richiamando, così, le principali virtù francescane.
Poco prima Scola aveva chiuso la processione, con in fila 10 vescovi veneti, che dopo il corteo iniziale partito dalla piazza centrale del Comune ha attraversato la navata del santuario affrescato da Giotto.
L'accensione della lampada è un simbolo corale, religioso e civile che pone un elemento di solidità nel travaglio e nella confusione provocati dalle veloci trasformazioni in atto nella società e in Italia ha detto nell'omelia il cardinale che da oggi sarà a Roma per l'impegno al Sinodo.
Il patriarca ha confermato, quasi ottocento anni dopo, l'attualità della figura di quel ragazzo figlio di papà benestante, vissuto a cavallo tra il XII e XIII secolo, che un giorno decise di voltare pagina e dedicarsi tutto alla povertà e alla penitenza: San Francesco ha risposto alla chiamata con l'offerta completa della sua vita e il suo metodo costruttivo fatto di compassione verso ogni creatura, indomabile apertura alla libertà del prossimo e instancabile azione di pace, è ancora così necessario in tutti gli ambienti del-l'umana esistenza: l'Italia e tutto il mondo ha sete di questo stile di vita.
Durante la celebrazione, oltre al pane e al vino, il presidente del Veneto Giancarlo Galan ha offerto una casula, quello della Provincia, Davide Zoggia un completo per altare in vetro di Murano, Cacciari un vaso sempre in vetro di Murano blu cobalto; dal Comune di Cavallino, una forcola da caorlina e dai pellegrini, tutti con il fazzoletto al collo con il motto Pace vera e sincera carità, due completi d'altare per la Basilica di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli.
Al termine, gli interventi delle autorità presenti tra le quali il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi: Al risveglio della propensione all'aiuto solidale si accompagnano, tuttavia, inedite situazioni di emergenza sociale e ogni giorno siamo costretti a constatare che sempre più persone rischiano di vivere in condizioni di povertà assoluta ha detto Per questo motivo nelle prossime settimane sarà avviata per loro la sperimentazione della carta sociale elettronica, moderna infrastruttura per veicolare sostegni ai redditi, agevolazioni tariffarie, sconti negli acquisti dei beni primari grazie anche al concorso delle liberalità: più che mai si rendono necessari gesti concreti di attenzione solidale.
Dal canto suo, Galan ha rammentato che Venezia è città francescana, ospitando la Basilica dei Frari e le chiese di San Francesco del Deserto e San Francesco della Vigna, a contrassegnare l'antico e forte legame col Poverello che è stato capace di costruire dal niente una grande e immortale energia spirituale.
Il Veneto, quest'anno, ha riacceso la lampada votiva sulla tomba per la quarta volta dal 1939, quando Papa Pio XII proclamò San Francesco patrono d'Italia, dopo averlo già fatto nel 1953, nel 70 e nell'88.
Fra' Marco Tasca, ministro generale dell'Ordine dei Minori Conventuali che da moltissimi secoli tramanda lo stile del Santo di Assisi, ha già preannunciato che il 4 ottobre dell'anno prossimo sarà la volta della Basilicata.
Queste le parole più significative pronunciate, ieri, dal patriarca Angelo Scola nella Basilica superiore di Assisi alla messa solenne per la festività del patrono d'Italia.
Ricorrenza che quest'anno ha coinvolto in modo particolare il Veneto cui è toccato l'onore di riaccendere la lampada votiva che arde sulla tomba del Poverello a nome della Nazione.
Tremila i fedeli pellegrini giunti dalla nostra regione, 54 da Venezia, insieme al Governatore Galan, ai 7 presidenti delle Province e ai 110 sindaci con in testa Massimo Cacciari che in apertura ha compiuto il gesto pubblico del dono dell'olio. Rivolgiamo a San Francesco una preghiera religiosa ma anche laica perché ci sia sempre la volontà di dialogare per il bene comune, la solidarietà ai deboli e la pace fatta di giustizia e amore gratuito ha spiegato il primo cittadino, richiamando, così, le principali virtù francescane.
Poco prima Scola aveva chiuso la processione, con in fila 10 vescovi veneti, che dopo il corteo iniziale partito dalla piazza centrale del Comune ha attraversato la navata del santuario affrescato da Giotto.
L'accensione della lampada è un simbolo corale, religioso e civile che pone un elemento di solidità nel travaglio e nella confusione provocati dalle veloci trasformazioni in atto nella società e in Italia ha detto nell'omelia il cardinale che da oggi sarà a Roma per l'impegno al Sinodo.
Il patriarca ha confermato, quasi ottocento anni dopo, l'attualità della figura di quel ragazzo figlio di papà benestante, vissuto a cavallo tra il XII e XIII secolo, che un giorno decise di voltare pagina e dedicarsi tutto alla povertà e alla penitenza: San Francesco ha risposto alla chiamata con l'offerta completa della sua vita e il suo metodo costruttivo fatto di compassione verso ogni creatura, indomabile apertura alla libertà del prossimo e instancabile azione di pace, è ancora così necessario in tutti gli ambienti del-l'umana esistenza: l'Italia e tutto il mondo ha sete di questo stile di vita.
Durante la celebrazione, oltre al pane e al vino, il presidente del Veneto Giancarlo Galan ha offerto una casula, quello della Provincia, Davide Zoggia un completo per altare in vetro di Murano, Cacciari un vaso sempre in vetro di Murano blu cobalto; dal Comune di Cavallino, una forcola da caorlina e dai pellegrini, tutti con il fazzoletto al collo con il motto Pace vera e sincera carità, due completi d'altare per la Basilica di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli.
Al termine, gli interventi delle autorità presenti tra le quali il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi: Al risveglio della propensione all'aiuto solidale si accompagnano, tuttavia, inedite situazioni di emergenza sociale e ogni giorno siamo costretti a constatare che sempre più persone rischiano di vivere in condizioni di povertà assoluta ha detto Per questo motivo nelle prossime settimane sarà avviata per loro la sperimentazione della carta sociale elettronica, moderna infrastruttura per veicolare sostegni ai redditi, agevolazioni tariffarie, sconti negli acquisti dei beni primari grazie anche al concorso delle liberalità: più che mai si rendono necessari gesti concreti di attenzione solidale.
Dal canto suo, Galan ha rammentato che Venezia è città francescana, ospitando la Basilica dei Frari e le chiese di San Francesco del Deserto e San Francesco della Vigna, a contrassegnare l'antico e forte legame col Poverello che è stato capace di costruire dal niente una grande e immortale energia spirituale.
Il Veneto, quest'anno, ha riacceso la lampada votiva sulla tomba per la quarta volta dal 1939, quando Papa Pio XII proclamò San Francesco patrono d'Italia, dopo averlo già fatto nel 1953, nel 70 e nell'88.
Fra' Marco Tasca, ministro generale dell'Ordine dei Minori Conventuali che da moltissimi secoli tramanda lo stile del Santo di Assisi, ha già preannunciato che il 4 ottobre dell'anno prossimo sarà la volta della Basilicata.
Alvise Sperandio
.