Intervento del Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan
“Molte le cose che uniscono tra loro, o meglio, che rendono in un certo senso simili le origini di Venezia e quelle del Francescane-simo. Prima che Venezia diventasse lo straordinario abbellimento architettonico, artistico, urbanistico che da oltre un millennio ne fa meraviglia che stupisce il mondo, Venezia è stata palude, è stata fango, è stata paesaggio negato agli uomini perché spazio mar-ginale, acquitrinoso, selvatico. E’ in un luogo molto fragile, molto debole, molto esposto ad ogni genere di pericoli, molto povero, quindi che i primissimi veneziani immaginano, sognano di poter costruire una città fantastica, una specie di utopia realizzata, un miracolo.
In uno spazio segnato dalle foci dei fiumi, da piene rovinose, da mareggiate e alluvioni devastanti, sempre in un instabile equilibrio tra terre e acque, che vanno a rifugiarsi coloro che sapranno costruire una splendida città, una città che diverrà dominante nel mondo.
Tra i primi osservatori del povero e desolato paesaggio lagunare c’è Cassiodoro, intellettuale della tarda romanità, che scrisse: “Voi venetici vivete come uccelli marini, con le vostre case sparse attraverso la superficie dell’acqua. La solidità del suolo sul quale pog-giate è assicurata solo da vimini e canne, eppure non esitate ad opporre un così fragile baluardo al furore del mare.” E chi altri, se non Francesco d’Assisi - il Santo che predicava agli uccelli - fu capace di costruire dal niente, dalla più assoluta povertà, dalle più umilianti ingiurie e avversità, dalla più fragile e debole comunità di fratelli e sorelle, una così grande e immortale energia spirituale, in grado di offrirsi quale sostegno indistruttibile alla Chiesa e all’Umanità?
La grandiosità del progetto francescano rende trasparente la santità originaria dei primi passi compiuti da Francesco e dai suoi com-pagni, ed è un genere di santità che scelse di professare fin da subito anche Venezia, che si affidò all’Evangelista Marco, e che nel farsi Città, nel costruirsi dal nulla come Città, seppe essere Città francescana.
Già nel corso della vita terrena di Francesco la laguna veneziane, più precisamente una piccolissima isola della laguna, dette ospita-lità al Santo in viaggio tra l’Italia e l’Oriente.
E quell’isola divenne San Francesco del Deserto, che assieme a due grandi e straordinarie Chiese veneziane, San Francesco della Vigna e la Basilica dei Frari, fanno di Venezia una città francescana. Di qui il senso profondo della vicinanza spirituale, storica, ar-tistica, tra Assisi e Venezia, tra Francesco e il Veneto, che oggi si trova raccolto in meditazione e preghiera accanto alla lampada eterna.”
Giancarlo Galan
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